Il video in cui Putin maltratta il capo dei Servizi esterni di Sicurezza, Sergei Naryshkin, sta diventano il modo per dimostrare al mondo la forza di un leader che con pugno di ferro governa la Russia, facendo tremare tutto e tutti. In realtà quella potrebbe essere la prova provata della sua debolezza e del fatto che i dittatori non imparano mai una lezione.
Spesso si dimentica che le democrazie liberali a economia di mercato sono dei sistemi che servono in primo luogo a gestire le informazioni, a produrre nuove idee e a correggere gli errori. Per dirla diversamente, il metodo democratico (offerta e domanda di proposte politiche); il metodo economico (offerta e domanda di beni e servizi); e il metodo scientifico (offerta di idee e confutazioni dei fatti) sono tutti strumenti logici per gestire informazioni, idee, teorie e testarle. Tenere quelle buone e gettare quelle che non funzionano.
C’è di più, perché queste macchine logiche possano funzionare c’è bisogno di un sistema di diritti che garantisca la libertà di espressione, di informazione, la libertà di criticare venerati maestri, di lasciare crollare colossali aziende che non innovano più e mandare a quel paese vecchie teorie, senza che per questo nessuno ti metta al muro. Insomma, il diritto di essere eretici. In sintesi hai bisogno dello Stato di diritto.
Là dove non hai una democrazia liberale e un sistema a economia di mercato, non avrai né un sistema per sapere che cosa i cittadini vogliono (le competizioni elettorali multipartitiche servono a questo), né avrai un sistema per sapere ciò di cui le persone hanno bisogno (il sistema dei prezzi come indici di scarsità e di desiderio, servono a questo). E senza le libertà e il sistema di garanzie che ne deriva a nessun verrà in mente di criticare i venerati maestri sapendo che si rischia il patibolo o di mandare a quel paese qualche venerata teoria sapendo che poi ti tocca la cicuta.
Così ti ritrovi nella situazione del partito comunista cinese che qualche anno fa candidamente dichiarava dalle colonne dei sui quotidiani di non sapere che cosa volessero i cittadini cinesi e dall’altra ti trovi un partito comunista sovietico che faceva piani quinquennali, decidendo a caso cosa produrre e dove se Stalin diceva che il cielo era verde, tu abbassavi con gioia la testa e annuivi, sapendo che l’alternativa sarebbe stata quella di perderla del tutto. La testa, intendo.
Si è capito dove voglio arrivare? Putin ha voluto fare della Russia una moderna Sparta, ma senza un sistema aperto, di informazioni, di competizione per la leadership e di rispetto dei diritti delle persone, tu hai un vertice politico che pensa di sapere tutto, ma in realtà è cieco.
Come tutti i dittatori, Putin per rimanere al potere si è circondato di Yes Man e inetti e questo vuol dire che è come se passasse tutto il giorno di fronte allo specchio delle sue brame, ascoltando l’eco della sua stessa voce, che gli riporta le sue stesse convinzioni, le sue ricostruzioni fantastiche della storia mondiale, le sue paranoie. Lo specchio come Sergei Naryshkin non gli dice mai di no.
I dittatori questa storia non la imparano mai. Il che vuol dire che è possibile che Putin, come Hitler, creda davvero alla sua stessa propaganda, così in un processo di osmosi nella sua testa il fantastico diventa vero e il vero fantastico. In altri termini, è possibile che credeva davvero che il popolo ucraino avrebbe accolto i russi come liberatori e crede forse anche che il popolo russo lo consideri davvero come un novello Stalin che ha scacciato i nazisti da Stalingrado e ridato alla Russia il ruolo di salvatrice del mondo.
Com’era quella citazione attribuita a Einstein: “Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”. Ecco, a differenza delle società aperte che spesso imparano dai propri errori, i dittatori fanno sempre la stessa cosa e si aspettano un risultato diverso. Ed è questo il motivo per cui ci lasciano sempre le penne. Che poi è quello che capiterà anche a Vladimiro.
Tutto giustissimo, analisi acuta come sempre. Peccato solo che il dittatore, a quel punto, diventi come quel tale cui la moglie telefona allarmata dicendogli di stare attento perché c'è un pazzo che sta guidando contromano, e lui risponde "guarda che ce ne sono centinaia!". Ossia, detto più chiaro: a forza di autoconvincersi di avere ragione, il dittatore in pieno ego-trip è costretto ad alzare continuamente la posta, tagliandosi alle spalle ogni ponte per la ritirata. Pronto a tutto, anche a tirare atomiche a vanvera, prima di scomparire vittima del proprio delirio.
Ho mancato la data della guerra di 4 giorni. Adesso sono concentrato come un matto dietro la situazione strategica, sai mai che riesca a darvi qualche notizia in più tra poco. Per ora aspettatevi una recrudescenza da parte dei russi, la prima ondata corazzata aveva il compito di prendere terreno a qualunque costo, la seconda quello di ripulirlo; conosciamo bene le tattiche russe, artiglieria a tappeto e assalti di massa - eh si, con armi moderne la tattica però non cambia. Ora inizieranno le dieci Sarajevo di cui vi parlai un mese fa, vi ricordate credo.
Oggi il fronte è stabile, io aspetto sempre la mossa della flotta Ovest della Crimea e devo capire dove diavolo hanno attraversato il Dnepr i russi; mezzi anfibi d'accordo, ma ci sono anche mezzi pesanti. Comunque la situazione è NON NEGATIVISSIMA diciamo. Siamo ancora nella prima fase, domani o dopodomani comincierà la seconda.
Mi faccio vivo di rado ora, sono impegnato di là, ciao.