Qual è l’obiettivo ultimo che Putin persegue? La risposta è abbastanza semplice, visto che lo ha ripetuto spesso. Si tratta di combattere l’anti-Russia e di unificare sotto il proprio controllo tutto il mondo russo. Non si tratta di rifare l’Unione Sovietica. Il leader russo sul punto è stato chiaro. Per certi versi è anche peggio, perché lo spazio che Putin rivendica non è uno spazio territoriale, ma culturale, spirituale, mentale: là dove arriva la lingua russa e la tradizione della chiesa ortodossa di Mosca.
Ecco perché è difficile dire quali siano i confini di questo Russkij Mir (Mondo russo) con esattezza, ma sicuramente comprendono l’exclave di Kaliningrad, l’ex Königsberg, la città tedesca, un tempo parte della Prussia orientale, oggi territorio russo, con a Sud la Polonia e a Nord e Est la Lituania, una di quei paesi Baltici (con Lettonia e Lituania) occupati dai russi a seguito dell’accordo Ribbentrop-Molotov del 1939 (annessione mai riconosciuta da Stati Uniti) e inglobati nell’Unione Sovietica dal 1944 al 1991. Con la caduta dell’Unione Sovietica, le tre Repubbliche Baltiche riconquistano l’indipendenza e dal 2004 sono membri dell’Unione Europea e della NATO, il che vuol dire che in caso di attacco contro uno di questi paesi tutta l’Alleanza Atlantica sarebbe coinvolta, a norma dell’art.5 del Trattato istitutivo dell’Organizzazione
Fonte di particolare preoccupazione per gli Alleati è la capacità della Russia di isolare gli stati Baltici dal resto d'Europa attraverso lo stretto tratto di confine tra Polonia e Lituania tra la Bielorussia e l'exclave russa di Kaliningrad. È il cosiddetto varco di Suwalki di 65 km ed è considerato uno dei punti più vulnerabili della Nato, secondo uno studio del 2018 Center for European Policy Analysis.
Fonte: Financial Times
Le truppe russe si muoverebbero partendo direttamente dalla Bielorussia dove sono state dislocate a partire da febbraio (alcune stanno già prendendo parte all’invasione dell’Ucraina) Si stima che circa 30.000 soldati russi, supportati da carri armati, aerei e dall'avanzato sistema di difesa aerea S-400. Truppe che, come dichiarato lo scorso 20 febbraio del ministero della Difesa di Minsk, resteranno in territorio bielorusso a tempo indefinito. Il che di fatto significa che Putin ha già occupato la Bielorussia.
La principale preoccupazione è che le truppe russe, nei cui piani quella ucraina doveva essere una guerra lampo, una volta occupata Kiev possano immaginare di procedere oltre, e puntare su Kaliningrad, dove nel mese di febbraio sono stati stanziati missili con una gittata di 400 km in grado di montare testate nucleari. Tutto ciò fa salire la paura sul Baltico: le tre repubbliche, contro cui la retorica putiniana si è sempre scagliata con forza, accusandole di discriminare la minoranza russofono e di essere animate da sentimenti anti russi, temono di essere anche loro nel mirino di Putin.
Se Putin dovesse conquistare l’Ucraina, dopo punterà sul Baltico per arrivare a Kaliningran e per farlo dovrà attaccare la Lituania, il che equivale a un attacco a un membro della NATO e quindi a tutti noi.
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