Quello che segue è il primo numero del Monitoraggio Think Tank di Stroncature dedicato alla questioni energetiche e ambientali. Gli istituti presenti in questo numero del monitoraggio sono Rand Corporation, Atlantic Council, Center for Strategic and International Studies, Friends of Europe, Center of European Reform, Institut français des relations internationales, Istituto Reale Elcano di Studi Internazionali e Strategici.
Environmental racism: Mapping the Legacy of Historic Redlining on Urban Environments
Autori:
- Project Leaders: J. Madrigano; B. Lee Preston
- Research Team: R. Chari; G. Gahlon; C. Calvo Hernandez; A. Huttinger; S. M. Siddiqi; S. R. Stephenson;
- Partner: Groundwork USA; Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health.
Tipologia: Progetto di ricerca
Data: 31 marzo 2022
«Avendo come campione di riferimento più di 200 città americane, RAND propone un’interfaccia interattiva utile per comprendere come determinate politiche del passato -redlining- abbiano contribuito alla formazione delle attuali diseguaglianze ambientali.
A tal fine, vengono comparati i dati classificati dalla Home Owners' Loan Corporation (HOLC), che definiscono quali sono le aree urbane “pericolose” per gli investimenti, con quelli inerenti ai rischi ambientali ed ai servizi tra cui l’inquinamento atmosferico, il volume del traffico, il rischio di inondazione, la temperatura dell’ambiente e la copertura arborea.»
Russia Does Not Seem to Be After Ukraine's Gas Reserves
Autrice: K. Marcinek;
Tipologia: Commento;
Data: 11 aprile 2022;
«Il commento mira a spiegare come la narrativa secondo cui “i suoi [di Putin] veri obiettivi erano le ricchezze energetiche dell'est dell'Ucraina” non si convalidi nel momento in cui viene confrontata con i fatti. In primis, esse rappresentano solo il 3% delle riserve totali di gas naturale della Russia. Inoltre, essendo che, in base ad alcune stime prebelliche, l'occupazione di un terzo dell'Ucraina potrebbe vincolare metà delle forze di terra russe, si intuisce, secondo Marcinek, la sproporzione tra costi e benefici se questo fosse il vero motivo dell’invasione. Infine, sottolinea che in un’area instabile, come potrebbe essere quel terzo di Ucraina occupata, difficilmente le compagnie di oil & gas avvierebbero lavori di estrazione della risorsa e che, inevitabilmente, la sua occupazione implicherebbe ulteriori nuove sanzioni che influenzerebbero il, già previsto, declino economico.»
Assessing Risk to the National Critical Functions as a Result of Climate Change
Autori: M. E. Miro, A. Lauland, R. Ali, E. W. Chan, R. H. Donohue, L. Ecola, T. R. Gulden, L. Regan, K. M. Sudkamp, T. Sytsma, et al
Tipologia: Report
Data: 31 marzo 2022;
«In seguito alla firma dell’ordine esecutivo n. 14008, da parte dell’amministrazione Biden,
“Affrontare il cambiamento climatico in patria ed all’estero”, i ricercatori di RAND, di Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) ed di Homeland Security Operational Analysis Center (HSOAC) hanno sviluppato un quadro di gestione del rischio per prevedere quali e come le Funzioni Critiche Nazionali (FCN) potrebbero essere influenzate dai cambiamenti climatici in futuro.
Ciò è stato possibile grazie all’individuazione di 27 FCN prioritari e di otto fattori climatici, che, analizzati in base alla scala del rischio stabilita dalla National Risk Management Center, hanno permesso di calcolare le possibili correlazioni che questi dati possono avere nel breve -entro il 2030-, nel medio -2050- e nel lungo periodo -2100.»
Autori: A. Osmolovska;
Tipologia: Report;
Data: 29 aprile 2022;
«Atlantic Council propone un’analisi integrale del decreto firmato dal Presidente Putin, il 31 marzo, che modifica le regole del commercio di gas naturale russo con gli Stati che sono considerati “nazioni ostili”.
Inizialmente, l’autrice esamina i singoli articoli che compongono il documento presidenziale al fine di comprendere al meglio quali sono le nuove condizioni che regolano i contratti di fornitura.
Successivamente, ragiona sulla legittimità costituzionale del suddetto che, essendo impregnato da una fragilità normativa, fa presumere che il Presidente abbia trasformato la natura intrinseca del commercio di gas con l'UE, rendendolo più “un’arma” che “solo un affare commerciale” per la Russia.»
The EU’s plans to replace russian gas
Autori: J. Roberts; J. Bowden;
Materiale: Report;
Data: 25 aprile 2022;
«Il report in questione vuole compiere una valutazione su come l’Unione Europea possa progressivamente eliminare il gas russo dalle principali fonti di approvvigionamento energetico.
Gli autori hanno previsto tre possibili modelli strutturali, utili all’UE per rimodellare radicalmente il proprio bilancio del gas nei prossimi anni, tarati su archi temporali differenti: il breve termine, fino al 2022; il medio termine, fino al 2024; e il lungo termine dal 2025.»
Seven Ideas to Enhance Energy Security and Advance Climate Goals
Autori: J. Majkut; N. Tsafos; B. Cahill;
Tipologia: Commento
Data: 25 aprile 2022;
«La crisi energetica derivata dalla guerra in Ucraina ha fatto sì che molte delle politiche atte a contrastare il cambiamento climatico hanno subito una battuta d’arresto, soprattutto in quei paesi maggiormente dipendenti dal gas russo.
Cercando, quindi, una soluzione che riesca a conciliare politiche ecosostenibili e relative alla sicurezza energetica, gli autori propongono sette raccomandazioni per il governo americano, essendo uno dei maggiori esportatori di oil & gas a livello mondiale.
E’ per questo che sottolineano come il principio guida per gli Stati Uniti dovrebbero aumentare la produzione delle risorse a livello nazionale; senza far corrispondere un aumento delle emissioni cumulative di gas serra.»
Balancing US Natural Gas within Global Net Zero Emissions Future
Autori: J. Larsen;
Tipologia: Commenti;
Data: 29 aprile 2022;
«All’interno di questo commento gli autori sottolineano come la crisi ucraina abbia modificato le prospettive delle politiche energetiche europee.
Sebbene fino a poco tempo prima del 24 febbraio, i leader dell’UE si stavano impegnando ad acquistare sempre meno gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti, la recente invasione russa ha comportato un’inversione di marcia.
Tuttavia, per essere un'opzione energetica praticabile a lungo termine per l'Europa, ed altre economie, in un mondo in via di decarbonizzazione, gli autori evidenziano come il GNL statunitense dovrà comunque affrontare la sua sostanziale impronta di carbonio, dovuta sia alle emissioni prodotte a monte, sia a quelle derivanti dal carico stesso.»
South Africa's Hydrogen Strategy
Autori: T. Salma; N. Tsafos;
Tipologia: Commento;
Data: 04 aprile 2022;
«Questo commento fa parte di “Energy Rewired”, un progetto per il programma per la sicurezza energetica e il cambiamento climatico del CSIS, che punta a studiare le strategie industriali delle principali economie in relazione alla transizione energetica.
Nello specifico, gli autori svolgono l’analisi sulla “Hydrogen Society Roadmap” (HSRM), la tabella di marcia promossa dal governo sudafricano che identifica quattro progetti catalizzatori per aumentare l'uso dell'idrogeno in tutti i settori dell'economia e per potenziali esportazioni.»
The coming of age of Europe’s climate diplomacy
Autori: M. Petriccione; P. Van Kemseke;
Tipologia: articolo
Data: 01 aprile 2022;
«Gli autori, sviluppando questo pensiero critico per il centro studi Friends of Europe, evidenziano come non sia stata data la rilevanza che meritava all’iniziativa promossa da UE, Francia, Germania, Regno Unito, USA e Sudafrica denominata “Just Energy Transition Partnership”.
Volta ad accelerare la decarbonizzazione del più alto emettitore di CO2 dell'Africa, viene definita come un risultato concreto del “vigoroso” appello del Green Deal europeo a sviluppare una "diplomazia del Green Deal" più forte ed a costruire alleanze verdi.
A tal fine, ci sono tre aree strategiche che gli europei devono affrontare collettivamente: catene del valore verdi e sicure; il nesso clima-sicurezza; finanza per il clima.»
Center of European Reform
The EU emissions trading system after the energy price spike
Autori: E. Cornago;
Materiale: Sintesi politica;
Data: 04 aprile 2022;
«Le politiche europee, adottate negli ultimi anni, contro il cambiamento climatico hanno portato le tematiche ambientali ad avvicinarsi sempre più alle questioni sulla sicurezza.
Soprattutto sono state prima la pandemia da Covid-19 e la successiva guerra in Ucraina a ricordarci quanto anche Paesi avanzati come quelli europei possono subire pesantemente una crisi energetica.
I prezzi per produrre energia elettrica sono aumentati vertiginosamente, complicando anche la politica del prezzo del carbonio. Il pacchetto europeo per il clima "Fit For 55" mira a rafforzare il ruolo della tariffazione del carbonio nella transizione verso la neutralità del carbonio entro il 2050: questo documento vuole illustrare come rendere più efficace e politicamente fattibile un prezzo del carbonio più elevato e più completo all’interno dell’UE.»
Autori: S. Nies;
Materiale: Briefing;
Data: 12 aprile 2022;
«All’interno di questo briefing si analizza come il pacchetto europeo per il clima "Fit For 55" possa riuscire ad aumentare l’utilizzo delle risorse rinnovabili per produrre energia.
Ripercorrendo la storia delle politiche energetiche europee, l’autrice sottolinea come, al fine di raggiungere tali ambiziosi obiettivi, sia necessario snellire le procedure amministrative e di incentivazione, assicurando così una migliore coerenza tra i requisiti climatici e ambientali applicabili ai progetti rinnovabili e alle relative infrastrutture.
Prerequisito fondamentale per un massiccio dispiegamento di energie rinnovabili è la creazione di un sistema energetico efficiente e flessibile: la questione della flessibilità deve essere affrontata ed essere oggetto di una precisa valutazione nei piani europei e nazionali per lo sviluppo del sistema energetico.»
Autori: L. L. Touza; G. Scriba; G. G. Ávila;
Materiale: Report;
Data: 22 aprile 2022;
«Gli autori svolgono un’analisi su come la componente climatica sia stata assimilata nei piani di ripresa e resilienza dei cinque più grandi emettitori di anidride carbonica tra gli Stati membri dell’UE.
Si sottolinea la percentuale del budget totale che Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna hanno investito per la lotta al cambiamento climatico nei rispettivi piani di ripresa e resilienza, indicandone anche il corrispettivo ammontare in euro.
Si analizzano anche in quali settori sono stati indirizzati gli investimenti, elemento che permette agli autori di compiere una comparazione tra i cinque piani di ripresa e resilienza.»