Quello che "The social dilemma" non dice (parte prima)
Devo dire che il successo di “The social Dilemma”, il grossolano e per certi versi comico docufilm sulla nuova tirannide del capitalismo digitale, mi ha stupito sotto certi aspetti e sotto altri no. Non mi ha stupito perché quel documentario non è altro che un aggiornamento di un evergreen e cioè la denuncia delle cattiverie dei padroni del vapore che vessano e affamano poveri innocenti. È il vecchio spirito dell’anticapitalismo, solo che qui invece che di vapore si parla di dati digitali.
Storia dell'Italia fascista. 1922-1943
Oggi, 7 dicembre Stroncature ospita la presentazione dell’ultimo libro di Paolo Nello, “Storia dell'Italia fascista. 1922-1943” (Il Mulino, 2020). Con l’autore dialogano Giuseppe Parlato, Lorenzo Benadusi. Modera Armando Pepe. Per partecipare è necessario registrarsi.
È la casa editrice di Stroncature che pubblica prevalentemente opere di saggistica ospitate all’interno di collane editoriali dirette da in genere da accademici e studiosi, coadiuvati da comitati scientifici internazionali.
A proposito di anticapitalismo…
Partendo dalla teoria marxiana dei modi di produzione e delle forme di dominio, in questo libro Luciano Pellicani dimostra che il controllo monopolistico delle sorgenti della vita ha condannato le grandi civiltà orientali non solo alla schiavitù generale di Stato, ma anche alla stagnazioni economica, scientifica e tecnologica. E dimostra altresì che il collasso della gabbia d'acciaio con la quale l'Impero romano aveva imprigionato i suoi sudditi ha offerto ai popoli dell'Europa occidentale la chance di conseguire, attraverso una infinita teoria di conflitti di interessi e di valori, due straordinari risultati: l'istituzionalizzazione di un modo di produzione autopropulsivo e la creazione di una civiltà sui generis: la civiltà dei diritti e delle libertà.
Per 200 anni l'Europa è stata dominata dal mito della palingenesi rivoluzionaria, il quale ovunque ha trionfato, ha prodotto cataclismatici mutamenti che, anziché far crescere la libertà e la felicità degli uomini, hanno spianato la strada al Moloch burocratico-totalitario. In questo libro si dimostra che tali esiti paradossali possono essere spiegati solo analizzando la logica interna della rivoluzione, la quale, nella misura in cui intende praticare la politica della tabula rasa e per rigenerare il mondo intero, è obbligata ad annientare la spontaneità sociale in tutte le sue manifestazioni e trasformare il partito nel solo regolatore della vita umana. "Rivoluzione e totalitarismo", dunque, contrariamente a una opinione largamente diffusa, sono un'unica cosa; e lo sono precisamente perché c'è solo un modo per rivoluzionare l'esistente: creare un potere illimitato e usarlo spietatamente per annientare tutto ciò che si oppone alla marcia della storia.